Materiali dall'Egitto - Mar Rosso


::Ottobre 2009 ::

Crociera Isole Brothers' - Daedalus Reef - Elphinstone

La passerella degli squali oceanici

Tanto si é detto delle Isole Brothers', "El Akhawain" in lingua araba, "i fratelli" in italiano.
Tanto si é parlato di Daedalus Reef, "Abu Kizan" in lingua araba.
Nell'immaginario collettivo dei subacquei, questi due leggendari siti d'immersione, che si stagliano solitari nel bel mezzo del Mar Rosso a nove ore di navigazione dalla costa egiziana, rimandano alla moltitudine delle specie pelagiche, al numero dei grandi predatori del mare.
Pochi, però, si sono soffermati sulla vera peculiarità che caratterizza i due comprensori corallini. Sul come, cioè, si vedono gli squali, sul modo in cui si riesce ad avvistarli.
La qualità sulla quantità.
Come su una passerella di alta moda, alle isole Brothers' sfila per venti minuti lo squalo balena, Rynchodon typus, che nel suo lento incedere posa per i fotografi. Segue il modello di punta, il famigerato Carcharhinus longimanus, che si avvicina vis à vis a provocare sfacciatamente. A Daedalus Reef é la volta dell'ingresso in platea di gruppi di squali martello della specie Sphyrna Lewini, che calcano la scena nel blu, a pochi metri dall'obiettivo. La regale ed elegante Manta birostris gioca con gli spettatori da consumata top model, sfiorandoli con il suo sensuale battito d'ali. L'ultimo colpo di coda é affidato all'inconfondibile pinna caudale a stendardo di uno squalo volpe oceanico, Alopias pelagicus, che attraversa velocemente il parterre ammiccando con il suo grande occhio nero!
Tutto questo è Brothers'. Tutto questo é Daedalus.
In una fortunata settimana di ottobre, la crociera s'inizia dal porto di Marsa Alam. Il check dive, per prendere le misure di attrezzature, salinità dell'acqua e bilanciamento della bombola d'alluminio, si svolge non lontano dalla costa, Abu Dabbab 3. Lieve corrente, prova del pedagno e piacevoli incontri. Una grande cernia, una tartaruga, scorfani e trigoni maculati a macchie blu, gli abitanti del Mar Rosso salutano gli ospiti appena giunti. Espletate, dunque, le procedure di rito, tra cui l'ispezione delle autorità portuali e il pagamento della tassa di 65 Euro per l'ingresso ai parchi marini, la barca molla gli ormeggi e si dirige alla volta di Small Brother, un isolotto di roccia calcarea che sbuca da un abisso di 500 metri. Temuto dai più per le particolari caratteristiche morfologiche che lo rendono un luogo impervio, adatto a soli subacquei esperti, nella sua posizione é frequentemente investito da marosi, onde alte ed é battuto dalle correnti, spesso feroci. Ma quella settimana ottobrina di luna calante, la superficie del mare é piatta, le correnti pressoché assenti e la temperatura dell'acqua raggiunge gradevoli 27 gradi.
In assenza di ridossi d'approdo, Small Brother é circondata da una quantità di imbarcazioni da crociera insospettata, giustificata però dalle ottime condizioni climatiche. Ragion per cui, sul M/Y Aldebaran vige l'ora legale, un local time che sposta le lancette dell'orologio avanti di un'ora. La sveglia mattutina delle 6 (in realtà le 5!), é finalizzata all'anticipo rispetto a tutti gli altri. Quanto prima ci si immergerà, tanto più si vedrà, e i primi che scenderanno in acqua, avranno le maggiori chance di vedere i pelagici.
E tanto é! Il gommone parte ad alta velocità, back roll entry, discesa veloce e sulla punta Nord un'ombra si materializza. E' uno squalo martello, cauto, guardingo. Si allontana, per riapparire poco dopo, sempre più vicino, timido e curioso al tempo stesso. Ci prende gusto e, approfittando della malcelata immobilità dei subacquei che, in preda all'eccitazione, tendono a corrergli dietro col rischio di farlo scappare, si intrattiene per dieci minuti e regala meravigliose inquadrature da primo piano. Bisogna pianificare attentamente le riserve d'aria, perché l'ultima mezz'ora ci si soffermerà sotto lo scafo della barca in attesa del padrone indiscusso di queste acque.
E i più tenaci resistono. Sono ormai agli sgoccioli, in attesa, aggrappati alla corda dell'ancora. Quando sono sul punto di desistere ed intraprendere la risalita, lui appare. Lo squalo oceanico dalle punte bianche, Carcharhinus longimanus, attraversa l'acqua rasente la chiglia, incurante di tutto e di tutti. E' esattamente come ciascuno se lo rappresenta nel proprio immaginario. Con il suo nuoto nervoso e imprevedibile, circondato dai pesci pilota che lo scortano come alla corte di un emiro, il longimanus passa, si concede il tempo di una lenta, ravvicinata apparizione e svanisce nel blu. Non sarà l'unica ed ultima occasione, ma é la prima, la più emozionante.
Dal ponte della barca si resta affacciati mentre il sole tramonta e l'acqua diventa d'inchiostro. I longimanus passano a pelo d'acqua, indisturbati. E' severamente vietato fare lo snorkelling, l'apnea e l'immersione notturna. Queste magnifiche creature vanno trattate con la massima cautela e il massimo rispetto. Sono squali oceanici, capaci di improvvise accelerazioni e potenzialmente pericolosi, se l'uomo pone in essere comportamenti irresponsabili che possano eccitarli.
Il briefing del mattino seguente propone l'immersione lungo la parete Est ricoperta da gigantesche gorgonie. L'idea di essere a Brothers' per vedere dei coralli molli, per quanto rispettabili siano, provoca un'immediata reazione L'ammutinamento degli ospiti della barca é unanime e accompagnato da rumorose rimostranze! Ma Small Brother seda la rivolta sul nascere e regala, a ridosso della stessa parete degli alcionari, un'altra perla rara del suo spettacolare fondale. Uno squalo grigio di barriera si contorce in stato di evidente godimento nella cleaning station, dove piccoli pesci pulitori lo liberano dai parassiti. Ha grossi segni sul dorso, ferite antiche procurategli dal motore dell'elica di una barca. La visibilità é eccellente. Pesci grugnitori sono sospesi a mezz'acqua, immobili; formazioni di tonni e carangidi guizzano veloci e il grande barracuda punta frontalmente senza timore.
A metà mattina si salpa alla volta di Big Brother, che dista circa un chilometro dal fratello minore. Sulla punta Nord giace il relitto del Numidia, il piroscafo britannico affondato nel 1901. Il gruppo si divide: alcuni "dissidenti", poco interessati al ferro, si dirigono verso la parete Sud, che offre subito occasione di belle macro. L'immersione prosegue tranquilla, quando all'improvviso, alla profondità di 30 metri, un subacqueo che si é spinto in testa in posizione avanzata, gesticola scompostamente, in preda ad un'eccitazione incontrollata, attirando l'attenzione degli altri. Nel celeste cobalto del mare ricco di plankton, irrompe dal nulla il gigante buono dei mari, uno squalo balena di 7 metri che avanza gentilmente nell'attonimento generale. E' il delirio dei sensi. In un attimo é circondato dalle presenze umane, che lo sfiorano, lo carezzano e lo coccolano. E lui sta lì, generoso e lusingato. Rallenta il nuoto, si volta, si fa ammirare, fotografare, riprendere. Sta lì, per venti minuti e più, fino a quando i presenti baciati dalla fortuna lo salutano commossi e grati.
L'entusiasmo esplode al ritorno sulla barca, ed é condiviso anche dal gruppo del relitto, che ha avuto la stessa magica buona sorte. Scrutare il mare dal ponte é diventato un rito ed é buona abitudine, visto che, durante l'intervallo di superficie, lo squalo balena ripassa, quasi sentisse la mancanza dei suoi ammiratori.
Una pausa per le coronarie, messe a dura prova dalle emozioni della mattina, é offerta dalla visita al faro di Big Brother. La vista dall'alto é spettacolare e il guardiano offre un ottimo tè caldo. Nessuno resiste alla tentazione di acquistare la maglietta delle isole Brothers', come ricordo indelebile di questo luogo foriero di meraviglie.
Si riparte per la terza immersione al plateau. Accade tutto contemporaneamente. Mentre un grande pesce Napoleone si struscia alla ricerca di qualcosa da mangiare, uno squalo volpe oceanico guadagna la parete e la fiancheggia con falcate veloci, impresse dalla splendida coda a bandiera. Evento raro e magnifico, da cui ci si distoglie per voltarsi a causa dell'irruzione sulla scena di una enorme manta bianca e nera alle prese con l'attacco frontale di uno squalo grigio. La lotta é impari. La manta allontana lo squalo con un colpo di pinna, ma viene assediata con astuzia. Con uno scatto repentino, il carcarinide afferra tra le fauci la remora ospite. Il bilancio degli avvistamenti di un solo giorno supera ogni più ottimistica aspettativa, soddisfa le aspirazioni più inconfessate e realizza i desideri subacquei di una vita.
E non é finita. Le nove ore di traversata verso il comprensorio corallino di Daedalus Reef scorrono beatamente, cullati dallo sciabordio delle onde, distesi sul ponte a godersi un bagno di sole. Daedalus é il regno degli squali martello. L'immersione é una sfida. Ci si catapulta nel blu alla profondità di 30/35 metri e si aspetta. Può non apparire nulla. Oppure.....La famiglia degli Sfirnidi spedisce in avanscoperta la sentinella. A lei é assegnato il compito di tastare il terreno e valutare i potenziali nemici. E' necessario dunque che i subacquei restino immobili, dissimulando l'agitazione, per non spaventarla e permetterle di dare il via libera al resto del gruppo. E così, dopo pochi secondi, quando già si é risaliti di dieci metri, il branco si materializza. Quindici esemplari di squali martello smerlati irrompono nel blu, frenetici, scomposti, danzanti. I divers non resistono e si riprecipitano a testa in giù al limite dei quaranta metri, attratti come calamite. I computer li richiamano all'ordine, inesorabili. Una tocata y fuga breve ma intensa, sufficiente però per imprimere nella memoria uno degli spettacoli più impressionanti cui si é avuto l'onore di assistere. La decompressione trascorre tra giardini di anemoni colonizzati da colorati pesci pagliaccio e tartarughe senza pudore, che sbattono la testa sugli obiettivi delle macchine fotografiche.
L'ultima immersione, che si svolge per la maggior parte del tempo sotto la barca, é da thriller. Squali longimanus di tutte le taglie, fendono l'acqua, veloci, nervosi. Brividi lungo la schiena... Dall'alto del ponte le loro sagome inquietanti appaiono come aeroplani. E non sono soli! L'esemplare di una specie non ben identificata, pattuglia il territorio. Uno squalo tigre, o uno squalo plumbeo, chissà. Qui tutto é possibile, al punto che é il nuoto sincronizzato di un delfino, a trenta metri di profondità, l'ultima sorpresa di Daedalus Est. Per non farsi mancare niente!
Per smaltire invece l'azoto, si scende a terra, in visita al faro, da cui si realizzano scatti grandangolari di panoramiche mozzafiato.
Sulla via del ritorno, l'ultima tappa di questa crociera indimenticabile é il famoso plateau di Elphinstone Reef, il terzo sito del triangolo d'oro del Mar Rosso.
Situato a sette ore di navigazione da Daedalus e poche miglia dalla costa, Elphinstone risente di un affollamento ormai eccessivo. L'acqua di cristallo della mitica Punta Nord si riempie di bolle già dalle prime luci dell'alba. In tali condizioni é molto difficile avvistare i pelagici, che si tengono alla larga da tale trambusto. La barriera corallina é scintillante di vita, luogo d'elezione per splendide macro. E tra i piccoli abitanti del reef, l'ultimo flash é per un polpo color vermiglio, che si rintana in un anfratto roccioso per difendersi dagli intrusi. Li sorveglia con i suoi occhi penetranti che tradiscono la sua grande intelligenza.
Dopo aver consegnato al capitano e alle guide una mancia che mai fu più meritata, i saluti di commiato stentano ad esprimersi. Si vorrebbe prolungare, rinviare il momento del distacco. Non si vuol prendere consapevolezza della conclusione, non si vuole decretare la parola fine. Non si vuole pronunciare l'addio. Un'onda emotiva inarrestabile travolge i presenti, che scendono dalla barca con il cuore gonfio di gioia e di dolore.
Gli stessi sentimenti di un innamoramento, che si é perdutamente consumato alle isole Brothers', Daedalus ed Elphinstone.

Paola Ottaviano

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