Materiali dall'Indonesia
Le isole Togian
::Luglio 2001::

Informazioni pratiche.
L’arcipelago delle Togian è situato nel golfo di Tomini, a nord dell’isola di Sulawesi, l’antica Celebes. E’ composto da isole vulcaniche, circondate da una barriera corallina ancora quasi del tutto incontaminata, e da uno splendido mare cristallino. L’ambiente è davvero spettacolare, soprattutto al tramonto, quando gli isolotti si accendono del rosso acceso del sole e l’acqua riflette tutte le tonalità del cielo, dal blu elettrico al rosa fucsia. Un vero paradiso che è ancora tale anche grazie al suo isolamento e alla difficoltà per raggiungerlo; sono questi i motivi che hanno permesso a queste isole di rimanere così integre e naturali.

Come arrivare. Diverse compagnie aeree collegano l’Italia con l’Indonesia. Un’ottima soluzione è offerta dalla Thai Airways, con volo da Roma, scalo a Bangkok e coincidenza per Denpasar, Bali. Il prezzo dipende dalla data di partenza (bassa/media/alta stagione). Una tariffa di media stagione in classe economica, con collegamento per Roma da un’altra città italiana, si aggira sugli 800 € tasse escluse (verificare con la propria agenzia viaggi le date e le tariffe più convenienti). Da Bali si giunge a Manado, Sulawesi, con un volo nazionale che fa scalo ad Ujung Pandang. Con la Garuda, compagnia di bandiera indonesiana, la tariffa è di circa 500 USD A/R, e non è molto conveniente. Le isole Togian possono essere raggiunte da Sud Sulawesi. Precisamente da Ujung Pandang, attraverso il territorio dei Toraja, si arriva via terra ad Ampana, piccolo villaggio sul golfo di Tomini, da cui partono i traghetti per le Togian che impiegano normalmente 5h e 30m. Itinerario altamente consigliato. (Gli scontri e le tensioni tra mussulmani e cristiani nella regione di Poso dovrebbero essere terminati nel 2001; si consiglia di consultare il quotidiano indonesiano Jakarta Post).
In alternativa, da Manado, Nord Sulawesi, si raggiunge la cittadina di Gorontalo in aereo con volo Merpati o via terra in autobus (tragitto quest’ultimo lungo, faticoso e scomodo). Da Gorontalo ora c’è un nuovo servizio di traghetti; c’è anche la possibilità di “noleggiare” una barca per una cifra spropositata e con le caratteristiche di una carretta del mare! (vedi Cronaca di un’odissea). Itinerario altamente sconsigliato!
Il porto d’arrivo dei traghetti è nella remota località di Wakai a Pulau Batu Daka (Pulau in indonesiano significa isola); da qui si dipartono le barche per le altre isole generalmente organizzate dai resort. Il costo del tragitto da e per Wakai dipende dalla distanza e si aggira sui 2/3 €. Pulau Kadidiri è l’isola più vicina e probabilmente la più bella.

Quando andare. La stagione migliore per visitare l’Indonesia è la nostra estate, durante la quale il paese gode di un clima caldo secco e assenza di piogge. Un discorso a parte merita l’isola di Sulawesi, in particolare il Nord, dove può piovere tutto l’anno. E così è anche per le isole Togian, dove può capitare di avere a luglio pioggia incessante soprattutto di notte. Ciononostante, con un po’ di pazienza e un po’ di fortuna, anche quest’uggia è facilmente superabile perché alla pioggia subentra subito uno splendido sole e temperature miti che riportano il buon umore.
Per il mare vale lo stesso discorso. Fermo restando che, a discapito di ciò che si dice, il golfo di Tomini è caratterizzato da un mare turbolento (prova ne sono i naufragi degli anni passati; anche la barca che partì da Kadidiri per Gorontalo nell’estate del 2001 fu costretta a tornare indietro perché s’imbatté in una tromba d’aria, provocando il panico nei viaggiatori, ma anche il loro attonito stupore per la sua spettacolarità), il periodo migliore per le traversate è la nostra estate.
Nelle baie riparate delle isole si può fare il bagno e praticare lo snorkelling con il massimo piacere in luglio/agosto; l’acqua è calma e accogliente e i fondali sono un’esplosione di colori da togliere il fiato. Per le immersioni subacquee, un po’ più al largo, dipende invece molto dalle giornate e dal vento che provoca onde di una certa entità.

Salute. Consigliata la vaccinazione antitifica, da fare almeno 15 giorni prima della partenza. Consiste in tre compresse da prendere a giorni alterni e offre un’efficace copertura per un periodo non inferiore a due anni. La malaria, nella sua forma meno perniciosa, è presente nel Nord Sulawesi e alle isole Togian; durante la stagione che corrisponde alla nostra estate, periodo secco, ci sono pochissime zanzare. L’ufficio delle ASL “Vaccinazioni per Viaggi Internazionali” fornisce informazioni e consigli aggiornati sulla situazione igienico-sanitaria di ogni paese. Infine è consigliato un Kit di Pronto Soccorso utile in ogni occasione, in particolare nella remota Sulawesi.
Per dettagliate informazioni pratiche su salute e altro il migliore strumento è la Lonely Planet, la guida del viaggiatore.

Attività.
Ci sono alcuni insediamenti permanenti di Bajau alle isole Togian. I Bajau, o zingari di mare (Sea Gypsies) sono un popolo nomade dedito alla pesca di perle e di oloturie, cetrioli di mare; vivono in capanne a palafitta ed esercitano la loro attività di pescatori con lunghe e sottili canoe; non è raro imbattersi in queste imbarcazioni guidate dai bambini, poiché la loro grande abilità di navigazione è tramandata fin dalla più tenera età.
Alla pratica della pesca in apnea per i Sea Gypsies, corrisponde un’altrettanto affascinante attività di snorkelling per i turisti che giungono su queste isole. Pulau Kadidiri è senz’altro il top dal punto di vista della barriera corallina. A pochi metri dalla spiaggia si può godere di un meraviglioso fondale, con un tappeto di corallo intatto e multicolore, che offre l’habitat a diverse specie di pesci, un vero paradiso per gli amanti della macrofotografia. Pesci angelo dalle foglie (Leafing Angel Fish), seppie, pesci ago, stelle marine, aragoste e, a volte, cavallucci marini si rincorrono in questo acquario cristallino in soli 2/3 metri d’acqua. Con la barca si raggiunge in pochi minuti Pulau Taipi, una piccola deliziosa isola circondata da reef; è il regno dei pesci napoleone dal bernoccolo (Bumphead Napoleon Fish), maestosi e marziali con la loro livrea verde militare, ma anche di crostacei coloratissimi, simili alle nostre canocchie.
L’immersione subacquea a “The Gap” (25 USD con l’equipaggiamento) conferma la presenza di una barriera corallina viva e coloratissima (sembra che i coralli delle Togian non siano stati interessati dall’imbiancamento prodotto dal rialzo della temperatura dei mari a seguito del fenomeno di El Nino) a venti metri di profondità, grazie anche ad una buona visibilità.
Ma è dalla barca che arriva la sorpresa maggiore. I delfini appaiono curiosi e numerosi e tra questi qualcosa di difficile identificazione: il dorso di un Black Marlin che emerge a pochi metri dagli attoniti subacquei con la sua splendida e frastagliata pinna dorsale. Allora il tempismo e la velocità sono tutto: ci si butta in acqua con pinne e maschera per ammirare la sagoma rilucente e scattante di questo splendido pesce tanto affascinante quanto raro. Anche la terra nasconde rarità preziosissime. Pulau Kadidiri offre l’habitat al Coconut Crab, il granchio del cocco, il più grande artropode del mondo (l’altro posto dove vive è la Polinesia). E’ una meraviglia della natura con le sue enormi chele blu-azzurre e il giallo –arancio del torace. Leminuscole e numerosissime uova rossastre sono attaccate all’addome blu scuro e ci fanno ben sperare nella rapida e abbondante riproduzione di un animale a rischio di estinzione, ora protetto a Pulau Kadidiri.

Dove dormire. A Pulau Kadidiri esistono diversi resort di bungalow di legno. Il Black Marlin Lodge si affaccia su una piccola incantevole insenatura, di straordinaria bellezza naturale. I bungalow, alcuni dei quali nuovi di zecca, sono piccoli ed essenziali, ma deliziosi e godono di un panorama mozzafiato da contemplare dalla piccola veranda. Circondati da enormi palme da cocco e costruiti a ridosso della piccola spiaggia, costano veramente pochissimo 85000/110000 rupie ( circa 7/10 € ) pensione completa (il cibo non è eccezionale, ma questo vale un po’ per tutta Sulawesi a meno che non si sia amanti del piccante senza riserve!). La zona centrale del resort (dove si mangia e dove è collocata la reception) è anch’essa molto curata ed estremamente confortevole, con grandi panche di legno e cuscini dappertutto. Un posto delizioso dove le sere trascorrono nell’incontro di viaggiatori che si scambiano i loro racconti e le loro informazioni, fino l’ora in cui viene spenta la luce erogata attraverso un generatore di corrente elettrica. Nel 2001 non c’era neanche l’acqua corrente e la doccia veniva effettuata col classico metodo indonesiano, il mandi, un grande contenitore pieno d’acqua da cui attingere con un piccolo catino di plastica usato per buttarsi l’acqua addosso. E’ sufficiente esporlo al sole per avere una piacevole doccia calda all’ora del tramonto. Molto divertente!
Posto intimo e accogliente, di cui ci si affeziona, degna ricompensa di un viaggio così lungo e difficile, che pochi prodi viaggiatori hanno l’ardire e il coraggio di affrontare!

 

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