Materiali dall' Indonesia


Estate 2007
Timor Ovest - Kupang
 

Kupang é la capitale di Nusa Tenggara Est e di Timor Ovest. Da quando i voli per/da Darwin in Australia sono stati ripristinati, Kupang é tornata ad essere uno snodo di viaggio abbastanza frequentato. Naturalmente tutto è relativo a questo mondo, e affermare che Kupang sia un posto turistico é un eufemismo! Scalo di partenza per volare ad Alor e punto d'arrivo dei voli Merpati da Bali, Kupang é una città indonesiana afosa, rumorosa e molto trafficata. I bemo sfrecciano in continuazione per le vie della città con gli stereo a tutto volume e scritte ironiche e colorate sugli sportelli. La strada principale costeggia il mare e durante la bassa marea la gente si riversa sulla battigia e colleziona alghe. Il mercato rionale del centro é un luogo allegro, pieno di vita e i venditori ambulanti socializzano volentieri con gli stranieri apostrofandoli con sonori "Hello boss!" e si mettono in posa per essere fotografati. Le stradine sterrate che portano al mare, attraversano piccoli villaggi dove non é inconsueto imbattersi in maiali che grufolano nel fango, bellamente ignorati dai passanti come se fossero cani domestici!

Trasporti. L'aeroporto dista 15 chilometri dal centro città. Il taxi costa 50.000 rupiah (4 €). Il volo per Denpasar - Bali costa 75 € solo andata.

Dove dormire. L'Hotel Maliana, in posizione centrale, ha la struttura di un motel. Le stanze doppie sono essenziali, col mandi, qualche zanzara, senza lavandino e senza carta igienica! In compenso, i gestori sono gentilissimi, servono la merenda pomeridiana nei tavolini all'aperto (te + ottima torta) e accompagnano i turisti in agenzia viaggi per prenotare i voli. Il prezzo é di 125.000 rupiah (10 €). Il nickname di "Hotel Malariana", affibbiatogli da qualche viaggiatore, tradisce una verità inquietante: a Kupang sono stati registrati alcuni casi di malaria, ergo é consigliabile attrezzarsi!

Dove mangiare. Il luogo di ritrovo dei viaggiatori é Lavalon, gestito da Edwin. E' un bar eccentrico e accogliente. Posto di fronte al mare, ha rilassanti tavolini su una pericolante terrazza. Il proprietario è una fonte inesauribile di informazioni. C'é un punto Internet, gratis per le connessioni di durata inferiore all'ora, e la musica di altissima qualità crea un'atmosfera molto piacevole. I venditori di ikat stazionano al bar a tutte le ore e mostrano i loro tessuti artigianali con silenziosa e non fastidiosa insistenza. Alla fine la spuntano sempre, anche grazie alla disponibilità alla contrattazione. Qualcuno sostiene che gli ikat di Timor non siano più quelli originali, tinti con le essenze naturali. Non é facile valutarlo, ma la possibilità di fotografare i volti assorti e le bocche rosse di questi abitanti di Timor, grandi masticatori di betel, vale la pena dell'acquisto di un tessuto dai disegni minuziosi e simmetrici. A Lavalon si beve la birra e, con paziente attesa, si mangia un nasi goreng o un mie goreng. E per una serata speciale, si può comprare del pesce fresco al mercato e Edwin lo arrostirà alla brace per gli ospiti. Una vera festa!

Timor Est. Nel 1999, in un referendum sponsorizzato dalle Nazioni Unite, gli abitanti di Timor Est (o come la chiamano loro Timor Leste) votarono per l'indipendenza dall'Indonesia. Dopo anni di cruenta guerra civile, ancora sopravvive nelle popolazioni delle due porzioni dell'isola un risentimento reciproco, che si percepisce quando parlano male gli uni degli altri. Aperta al turismo straniero da qualche anno, Timor Leste é uno dei posti possibili dove ottenere il visto per L'Indonesia alla scadenza dei trenta giorni. Due sono i modi per raggiungere Dili, dove si trova l'ambasciata indonesiana. Da Kupang si attraversa il confine via terra in autobus. Normalmente l'agenzia di viaggio prenota anche l'hotel dove soggiornare in attesa del visto (circa una settimana). Di recente la compagnia Merpati copre il collegamento aereo da Denpasar per Dili, ma non é possibile acquistare un volo solo andata. La tratta andata e ritorno ha la durata di un mese e costa 320 €! E' evidente, anche in questo caso, che il governo indonesiano fa cassa con il business dei visti, concedendone uno di 30 giorni non estensibile a chi arriva nel paese senza. Conviene, quindi, ottenere un visto in Italia o all'estero in previsione di una permanenza più lunga per ovviare al problema e risparmiare molti soldi!


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