C’è
una parola impronunciabile per la gente del Chubut,
regione della Patagonia argentina: vento.
Costante del clima tutto l’anno, il vento del Sur
porta il freddo glaciale dell’Antartide. Poi, nel
giro di poche ore, cambia repentinamente e lascia il posto
a raffiche più calde. Vento che inganna la percezione
di un sole implacabile, che brucia la pelle e non tramonta
prima delle otto di sera.
La Península Valdés è
un lembo di terra arsa, desertica, senza acqua dolce,
con rada vegetazione stepposa, regno di pecore e guanachi,
di armadilli e ñandú. Il clima secco non
inumidisce la polvere delle rutas de ripio (strade
ghiaiose non asfaltate) che l’attraversano, polvere
che penetra negli occhi, nei capelli, nei vestiti e tiene
a distanza i rari automobilisti che le percorrono. Collegata
alla terra ferma da un istmo lungo 35 chilometri, l’Area
Natural Protegida de la Península Valdés
è una delle più strabilianti riserve marine
del pianeta ed è stata dichiarata Patrimonio Mondiale
dell’UNESCO nel 1999.
L’ingresso alla Riserva dista 50 chilometri da Puerto
Madryn sulla RP 2 e costa 35 Pesos (cambio
marzo 2006: 1 Euro = 3,60 pesos argentinos).
Dopo una sosta al Centro de Interpretaciones,
la prima tappa è all’Isla de los
Pájaros, colonizzata da centinaia di uccelli
tra cui numerosi flamencos (fenicotteri), aironi e cormorani.
L’isola è raggiungibile esclusivamente per
scopi di ricerca scientifica, ma il mirador
fornito di telescopio consente una straordinaria visuale
panoramica. Percorrendo le piste ghiaiose, ci s’imbatte
in incontri che sorprendono e meravigliano.
Peludos (armadilli barbuti) che attraversano
la strada per raggiungere le proprie tane; ñandúes
(nandù di Darwin) e guanacos (cugini
selvatici dei lama) che pascolano indisturbati sul ciglio
delle piste e si fermano ad osservare i viandanti stupiti
e armati di binocoli; maras (lepri patagoniche,
grossi roditori simili ai capibara) che corrono via schivi
al più piccolo rumore di pneumatici; zorros
gris (volpi grigie) che appaiono fugacemente
tra i cespugli quasi a far mostra della loro enorme e
bellissima coda.
Punta Delgada è la dimora degli
elefanti marini, qui molto numerosi nei
mesi di settembre e ottobre. La visita guidata per osservarli
sulla spiaggia è organizzata da El Faro Hotel,
dopo pranzo. La stupefacente Caleta Valdés
offre l’opportunità di assistere a lotte
di predominio territoriale tra machos di elefanti marini.
Il luogo più affascinante della Península
Valdés è Punta Norte, all’estremo
nord. E’ il regno delle orche che,
come in nessun altro luogo del mondo, sconfinano a riva
per attaccare i cuccioli dei leoni marini
nei mesi di febbraio e marzo, quando questi muovono i
primi passi alla scoperta dell’acqua. E’ un
rito che si ripete ogni giorno, l’appostamento di
fotografi professionisti e comuni viaggiatori che si danno
appuntamento al mirador del Faro in concomitanza dell’alta
marea, scrutando il mare per ore con la speranza di assistere
ad uno degli spettacoli più impressionanti della
natura. E l’attesa è mitigata da racconti
che creano immaginario, come quello dell’incantatore
di orche Roberto Bubas, guardiafauna dell’Isla de
los Pajaros, che attirava a sé i cetacei col suono
suadente di un’armonica fino a renderli docili,
tanto da farsi accarezzare. O la storia di Mel, un’orca
maschio di 60 anni, il cui ultimo avvistamento risaliva
al 2002. Era stata data ormai per morta a causa di un
colpo d’arma da fuoco infertole da un dozzinale
guardiafauna preoccupato di difendere la loberia
dei leoni marini, luogo d’elezione di tutti i tour
turistici. Era rimasta ferita alla pinna dorsale alta
1,60 centimetri! E invece all’improvviso Mel riappare
nell’aprile 2005, e di nuovo a Marzo 2006, così
inaspettatamente, ergendosi a rango di mito nella memoria
collettiva. Nella spiaggia privata della Estancia
La Ernestina il tempo trascorre nell’attesa,
seduti sotto un sole cocente, circondati da una pinguinera
di 50.000 pinguini di Magellano e allietati
dai versi delle femmine dei leoni marini che richiamano
i cuccioli dai loro giochi d’acqua. In attesa del
predatore dei mari, in attesa di una sortita improvvisa
e terrifica che lascia attoniti gli spettatori e le prede
alla stessa stregua.
Ed è già leggenda.