Materiali da Maratua - Indonesia


::Luglio 2017::

Maratua East Kalimantan - Borneo - Indonesia

La dimora segreta dello squalo volpe

E' un mormorio, un brusio. Bisbiglii sottovoce, come a confidarsi un segreto. E' l'innominabile, non va pronunciato, rito scaramantico. Segreto, nascosto, un mistero. Hidden place, secret dive site. Si favoleggia dei rari avvistamenti di questo schivo ed elegante predatore. Sfugge, sparisce. Riappare con l'alta marea entrante, quando il mare tropicale abbassa la sua temperatura e si raffredda nel refrigerio del termoclino. E' profondo. Ondeggia la sua magnifica coda negli abissi, eppure l'hanno visto lanciarla fuori dall'acqua infrangendo la superficie. Jumping, breaching. A volte lo si vede in compagnia, schooling, girare in circolo sul fondo, offrendosi inerme ai pesci pulitori che lo liberano dai parassiti. E' qui la sua stazione di pulizia, nello scalino del pendio sul ciglio del reef. Sono tre le cleaning station, a - 50 metri, a - 37 metri, a - 30 metri. Non bisogna guardare nel blu, bisogna guardare sul fondo. La visibilità è essenziale. Un giorno di sole, di luna crescente, per cercarlo, per vederlo, per scovarlo.
Maratua appare all'orizzonte, adagiata su un mare immoto, liscio. Una tavola azzurra, che si espande dopo aver percorso il lungo delta del fiume Berau circondato dalle mangrovie. La superficie dell'acqua scintilla, i delfini giocano a rincorrersi sotto la chiglia della barca. E' un'isola dalla strana forma, come un ferro di cavallo spezzato. Racchiude una laguna su cui si affacciano i villaggi dei pescatori. Ma all'esterno è mare aperto, Mar di Celebes, Oceano Pacifico. Il mare dell'Indonesia. Sul versante orientale, il più famoso sito d'immersione, The Channel. E' una pass attraversata da correnti feroci, solo per esperti. Ci vengono tutti dalle vicine isole dell'arcipelago di Derawan per vedere i banchi di barracuda. Ma se è solo per questo, non c'è bisogno, non c'è alcun bisogno di arrischiarsi in un sito così difficile dove ti affanni per non essere trascinato via dalla marea tentando di attaccarti alla barriera con le mani o con l'uncino. In fondo a The Channel gli squali sono sempre più radi. Basta invece tuffarsi dal Maratua Resort, sul versante occidentale dell'isola, e in pochi minuti di barca raggiungere il Fusilier Paradise dove, a ogni immersione, si sbatte letteralmente contro un muro di sfirenidi e si nuota in mezzo a centinaia di questi temibili predatori che si avvicinano, si aprono a raggiera, disegnano spirali nel blu. Impressionante. Qui può succedere di tutto. Come inseguire il dimenarsi scomposto dello squalo leopardo che corre all’impazzata quasi a divincolarsi da una trappola mortale, come infilarsi in mezzo a nebulose di sabbia sprigionate dal volo planato della pastinaca gigante, come essere sorvolati dallo sbattere d'ali delle aquile di mare. Qui gli squali di reef appaiono in lontananza, ma si tengono a distanza, schivi, diffidenti, non danno confidenza. Non così la seppia gigante che cambia colore. E' il suo modo di gestire gli stati emozionali, mimetizzandosi con l'ambiente circostante, assumendone volta per volta le stesse caratteristiche cromatiche per confondersi con esse. Solo così, messa al riparo dai predatori con la sua astuta arma d'invisibilità, può rimanere immobile. Non fugge. Ti guarda dritto negli occhi, prendimi se ci riesci, sembra dirti in un provocatorio lancio del guanto di sfida.

 

La barriera corallina di Maratua, nonostante alcuni tratti investiti dal fenomeno dello sbiancamento e distrutti da  precedenti metodi di pesca ormai vietati, si affolla di centinaia di specie differenti, è seconda solo a quella delle Raja Ampat per varietà di biodiversità al mondo. Così, mentre si osservano microscopiche creature nascoste tra le gorgonie e le madrepore, lo squat shrimp, gamberetto anemone tozzo, il pygmy sea horsecavalluccio marino pigmeo, il pop corn shrimpgamberetto fantasma dei fungidi, il porcelain e l'orangutan crab, i granchi porcellana e orangutan, tutt'intorno, adagiate sotto le acropore, affacciate dalle rocce, sbucano decine e decine di tartarughe verdi ed embricate. Dormono, si stiracchiano e pigramente prendono il largo nuotando nel blu scortate da grandi pesci pipistrello che le ripuliscono dei parassiti. Ecco perché il sito d'immersione è stato rinominato Turtle Traffic!
Il mare si ritira lasciando sulla riva sabbiosa numerosi tronchi d'albero trascinati dalla corrente. Forse sono reduci dal logging, scivolati giù dalle chiatte che lentamente li trasportano lungo i fiumi del Borneo. Si sonnecchia dopo pranzo, in attesa. In attesa che il mare s'innalzi. La terza immersione della giornata è quella topica, quella del destino. E' quella dell'ambizione. L'obiettivo è ambizioso. L'obiettivo è ad alto rischio. Che le condizioni essenziali si presentino tutte insieme a quel preciso momento, è altamente improbabile. Ma la luna crescente c'è e la marea entrante pure. In quanto alla temperatura e alla visibilità, be', ci si affida a quella variabile imprevedibile e imprescindibile che è la fortuna. 
Mid Reef è a due minuti di barca dal Resort. E' proprio lì di fronte. Discesa in picchiata a trentacinque metri, si guarda il fondale, lo scalino, the bottom, not the blue. La guida agita le braccia, indica, addita al pubblico ludibrio. Eccolo! Nero, affusolato, ondeggia la coda come un vessillo, come una falce. E' la sua arma di predatore, che se ne serve brandendola come uno scudiscio per tramortire le prede. Ma è magnifica, il suo punto di forza. La sua bellezza. La esibisce in tutta la sua estensione, la agita come se fluttuasse, con la movenza altezzosa di chi sa che sa sedurre. Come la volpe che mette in mostra vanesia la sua coda imponente, così lo squalo volpe, il thresher shark, lo squalo trebbiatrice, chissà perchè gli anglosassoni lo chiamano così, percorre lo scalino, con le pinne pettorali lunghe sui fianchi, e l'occhio, l'occhio nero e grande, che osserva guardingo. Dall'alto la sua sagoma, il suo nuoto calmo e cadenzato. E' un attimo, una corsa a perdifiato, controcorrente, fino in fondo, giù, nelle profondità marine, fino a cinquanta metri, per ammirarlo, per silenziarsi, per fermare il tempo, quel poco di tempo che lo squalo volpe, il magnifico, impiega ad attraversare tutto il plateau per proseguire nella sua lenta solitaria inesorabile falcata verso gli abissi.
E' il tramonto, il tramonto di Maratua, rosso, rilucente di riflessi che illuminano le tartarughe della Turtle Station, sotto i piloni del pontile. Le razze puntinate nuotano a pelo d'acqua. E' questo il momento di tuffarsi per l'ultima immersione del giorno, la sunset dive. Altra rarità da scovare, difficile, ma è questa la sfida, è questo il bello. La luce si affievolisce, ma non è ancora tempo di accendere le torce, qui a sette metri di profondità nell'House Reef. Il pesce mandarino, che vive nascosto tra le ramificazioni delle acropore, potrebbe venire fuori proprio a quest'ora, nella semioscurità. La luce artificiale può metterlo in fuga. Ma nell'osservazione meticolosa e cavillosa di tutti gli anfratti del reef, vedo un bizzarro microrganismo dagli strani colori. Mi avvicino. E' giallo, è verde, non si capisce, ma ha dei chiari, marcati anelli azzurri. Sarà lungo cinque centimetri. Mi avvicino di più, per fotografarlo. Allunga i tentacoli e salta, salta da un ramo all'altro del corallo. Non ci posso credere, è il polpo dagli anelli blu, rarissimo, velenosissimo. Il suo morso può essere mortale. Impazzisco. Lo inseguo, lo illumino, lo immortalo, non vedo più dove mi appoggio, rischio di planare su un pesce pietra, pericolosissimo anche lui, mentre i pesci leone sfoderano le loro ingannevoli ipnotiche ali frastagliate e mi seguono dappresso, pronti a ghermire. Un altro pezzo da novanta, un'altra unicità assoluta di questo mare di Maratua.
Il giro in moto lungo la strada che percorre l'isola, in fase di asfaltatura per collegare i villaggi e i resort all'aeroporto appena inaugurato, attraversa foreste di palme abitate dalle scimmie macaco dalla coda lunga. Aironi, fregate e rapaci volteggiano a mezz'aria, e i piccoli varani fanno scricchiolare le foglie del sottobosco. Nei laghetti nuotano le meduse, inoffensive e trasparenti come quelle di Kakaban. 
Il difficile rapporto tra la crescente attività subacquea del turismo straniero e le esigenze dell'attività di pesca degli abitanti autoctoni, si è risolta con una sorta di tacito accordo verbale. Chi prima arriva alloggia, mentre l'altro sloggia. Se il nuovo aeroporto porterà benefici all'economia locale, mettendo però, al tempo stesso, a rischio l'ambiente e l'ecosistema marino di Maratua, lo scopriremo nel tempo. Di certo le tre ore di traversata in barca dal porto di Berau sono un'esperienza impagabile. Sono il viaggio su un mare di cristallo che ti dona il privilegio di tuffarti con i delfini. E' impagabile anche quando il vento dal Sud agita la superficie e le imbarcazioni cavalcano le onde. E' impagabile perché questo tratto di mare nel cuore dell'Indonesia, tra il Borneo e Sulawesi, è speciale, dimora segreta del magnifico squalo volpe e di altrettante magnifiche creature uniche e preziose.

 

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